Malattia coronarica principale sinistra non-biforcazionale: benefici degli stent medicati sulla mortalità


Ricercatori italiani hanno confrontato gli outcome clinici nel lungo periodo dopo impianto di stent a eluizione di farmaco o stent di metallo nudo sulle lesioni localizzate all’ostio o allo shaft dell’arteria coronaria principale di sinistra in un’ampia popolazione del mondo reale.

L’avvento degli stent a rilascio di farmaci ha ridotto il rischio di ristenosi a livello dell’arteria coronaria principale di sinistra non-protetta, rispetto agli stent di metallo nudo, ma non è chiaro se questo vantaggio sia ancora presente quando le lesioni si riferiscono alla biforcazione.

E’ stata compiuta un’analisi dei dati del Registro GISE-SICI.
Il Registro GISE-SICI è un registro osservazionale multicentrico, retrospettivo, promosso dall’Italian Society of Invasive Cardiology, a cui partecipano 19 Centri, e che ha arruolato 1.453 pazienti consecutivi, sottoposti a intervento coronarico percutaneo tra il 2002 e il 2006.

Lo studio ha riguardato 479 pazienti consecutivi con lesioni dell’ostio e dello shaft, sottoposti a impianto di stent medicati ( n=334 ) o stent di metallo nudo ( n=145 ).

Dopo 3 anni, il tasso di sopravvivenza è risultato più alto nei pazienti trattati con uno stent a rilascio di farmaci piuttosto che con uno stent di metallo nudo.

L’hazard ratio ( HR ) aggiustato per il rischio di mortalità dopo impianto di stent medicato, rispetto agli stent non-medicati, è stato pari a 0.37 ( p=0.04 ).
L’HR aggiustato per il rischio di mortalità cardiaca è stato pari a 0.31 ( p=0.06 ).

A 3 anni il tasso aggiustato di rivascolarizzazione della lesione bersaglio non è risultato significativamente più basso nel gruppo stent medicato, rispetto al gruppo stent di metallo nudo ( p=0.60 ).

Dallo studio è emerso che in un’ampia popolazione di pazienti, rappresentativa del mondo reale, con lesioni a livello dell’ostio e dello shaft dell’arteria coronaria principale di sinistra, gli stent a eluizione di farmaco sono associati ad esiti clinici favorevoli, rispetto agli stent non-medicati, sebbene non ci siano evidenze di una significativa riduzione della rivascolarizzazione della lesione target tra i due tipi di stent. ( Xagena2009 )

Tamburino C et al, Eur Heart J 2009; 30: 1171-1179


Cardio2009


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